Implantologia

Implantologia

L'implantologia è una prerogativa delle persone adulte?
No, gli impianti vengono utilizzati come soluzione terapeutica anche nei giovani che - ad esempio - hanno concluso la fase di crescita a cui mancano alcuni denti permanenti e in pazienti che a seguito di un trauma  hanno perso alcuni denti.
È sempre possibile ricorrere all'implantologia?
La presenza di una sufficiente quantità di osso per l'inserimento dell'impianto è la condizione principale. Oggi questa condizione è verificata con l'esecuzione della TAC (Tomografia Assiale Computerizzata). L'esame fornisce la rappresentazione precisa e tridimensionale della porzione di osso interessata.
Se l'osso non è sufficente può essere ricostruito?
Sì, esso viene ricostruito mediante tecniche rigenerative  che prevedono l'utilizzo di membrane ed innesti di osso autologo (del paziente stesso) o eterologo (acquistato presso la Banca regionale del tessuto muscolo-scheletrico - Istituto Ortopedico Gaetano Pini)
Si deve sempre prendere l'antibiotico, prima di fare un impianto?
Generalmente è bene cominciare a prenderlo 1 o 2 giorni prima dell'intervento, previa consultazione del medico.
L'intervento è doloroso?
No, è eseguito in anestesia locale utilizzando anestetici appositamente sviluppati per la chirurgia orale. Presso lo Studio è anche possibile effettuare l'anestesia totale sotto il controllo dell'anestesista.
Cosa si intende per metodica a carico immediato?
La protesi fissa provvisoria è posizionata nella stessa seduta o qualche giorno dopo la fase chirurgica dell'inserimento degli impianti in titanio nell'osso.
>Quanti impianti è necessario posizionare?
Il numero dipende da quanti denti risultano mancanti. Nel caso di denti molari che hanno due radici, può capitare che se ne posizionino due.
Quali i rischi e le complicanze post-intervento?
Premettiamo che se il paziente è in buona salute, i rischi e le complicanze sono paragonabili ad un comune trattamento chirurgico odontoiatrico.
Un leggero senso di formicolio  - che può persistere per qualche settimana -  ed ematomi -  più frequenti nei pazienti anziani - sono le principali complicanze associate all'esecuzione di questa terapia. Il gonfiore è invece da considerarsi espresione del normale decorso post-operatorio.
Quali i rischi e le complicanze sul lungo periodo?
L'insorgere di fenomeni di infiammazione causati dalla placca batterica e dal tartaro e non trattate possono progredire sino alla perdita dell'impianto. Con la prolungata funzione e l'usura, le viti di fissazione delle protesi possono svitarsi o fratturarsi.
Esiste un limite alla durata dell'impianto?
No, non esiste un limite. L'importante è che il paziente mantenga una scrupolosa igiene domiciliare e si sottoponga a controlli periodici.

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